Se avete letto il post precedente, vi saresti chiesti anche voi: Com'e' possibile che uomini e cervi vivano assieme? Vi eravate anche chiesti come fosse possibile che Lorenzo non si fosse ancora addentrato in qualcuna delle sue numerose polemiche... eccole finalmente! Anche a Yellowstone, perche' no.
Inizierei pero' con una piccola divagazione divulgativa (o divulgazione divagativa?) in stile "brutta copia di Alberto Angela". Ovvero: brutta copia della brutta copia di Piero Angela.
L’Homo sapiens e i suoi antenati sono presenti sulla scena di questo mondo da milioni di anni, e nel corso della storia recente del nostro pianeta, l’uomo ha avuto un ruolo importante nell’ecosistema. Gli animali selvatici hanno un’innata avversione verso di noi, considerandoci predatori e pertanto da evitare.
D’altra parte è nella nostra natura la curiosità e l’attrazione verso quegli stessi animali selvatici, ed ecco che i turisti di Yellowstone che tirano fuori teleobiettivi stile paparazzi per portarsi a casa un primo piano di bull elk... non sono altro che l’evoluzione imborghesita del cacciatore del Pleistocene (che tristezza, ma che ci volete fare).
E mentre è sacrosanto riconoscere e tutelare il bisogno innato di ognuno di noi di cercare il contatto con la natura e la fauna selvatica, e quindi difenderla con l’istituzione di Parchi, aree protette e regolamentazioni, non è poi così scontato che vada difesa la necessità di alcuni individui di ritrovare le proprie origini imbracciando un fucile e sparando alla fauna selvatica. Ma questa e' una divagazione nella divagazione, andiamo avanti.
Tornando a Yellowstone, in alcuni posti particolarmente affollati dai turisti sono saltati tutti gli schemi del normale rapporto uomo – fauna selvatica. Perché i wapiti vengono a pascolare tra le case e i turisti di Mammoth?
Cow elk davanti all'Hotel |
D’inverno poi, nonostante la neve ricopra questo scempio, i wapiti ritengono opportuno restare in paese, perché dove ci sono gli uomini non ci sono lupi, coyote e puma.
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Foto di Doug Smith - Yellowstone Wolf Project |
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Andando a censire gli irrigatori - posa in stile crocifisso sfruttando il piedistallo del GPS - foto Virgilio Gomez Rubio |
Ed è proprio qui che il rapporto uomo - animale diventa vizioso. La convivenza con gli uomini ha fatto saltare completamente le abitudini e gli spostamenti di questi animali, regolati da un meccanismo naturale e fondamentale, la predazione da parte del lupo e degli altri carnivori.
Uno si chiede che senso abbia, nel Parco più selvaggio d’America, che i prati di Mammoth vengano irrigati. Qui dove le foreste vengono lasciate bruciare (e rigenerarsi, tranquilli) dagli incendi naturali, e dove per primi al mondo hanno capito che per preservare bisogna lasciar fare alla Natura (anche nella sua crudezza), esistono - solo a Mammoth - la bellezza di duemila irrigatori a pioggia. Lo so perche’ io e un altro stagista li abbiamo dovuti censire e geolocalizzare uno ad uno, infilandoci nei giardini delle case dei dipendenti. E venendo pure scambiati per due malviventi ispanici dalla mamma di un ranger.
Il motivo ufficiale di questo inutile spreco d’acqua è che, fin da quando, sul finire dell’Ottocento, questo avanposto nella wilderness è stato fondato, come quartier generale dell’esercito che fronteggiava bracconieri e cacciatori di pelli, i prati venivano irrigati per il benestare degli alti ufficiali che stazionavano qui. Addirittura venne livellata una collina per riversare qui la terra adatta alla crescita dell’erba, e ricoprire le sterili distese di travertino, la roccia sedimentaria calcarea che caratterizza questo luogo.

Ed essendo che in America tutto ciò che è più vecchio di 100 anni è storia, questi prati sarebbero un fattore culturale da preservare, al pari di geyser, flora, fauna e quant’altro.
Al costo di impiegare personale che monitora costantemente la localizzazione degli ungulati, per tenere alla larga i turisti più impertinenti, cercando di evitare danni a cose e persone.

Questi pericoli però non sono un deterrente per il turismo.
Anzi. Per ogni vittima di questi incontri ravvicinati ci sono migliaia di turisti che tornano a casa vittoriosi, sfoggiando come trofeo un bel primo piano di questi animali (magari tagliando i SUV sullo sfondo che fanno un po’ zoo safari) e qualche centinaio di dollari in meno spesi tra hotel, ingresso al Parco e souvenir vari.
Insomma, il tutto a mio parere si riduce a una mera questione di immagine e marketing. Per una buona causa, vabbeh.
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