lunedì 9 dicembre 2013

L'Italia si ferma, sì. Ma chi è che avanza?


Alcuni, ricordandosi di come sono stato coinvolto nelle contestazioni dell'Onda (o meglio conosciute come No Gelmini), mi hanno chiesto se oggi sarei andato a manifestare.
Ho risposto loro che, seppur ci sia qualcosa in comune tra quella e questa protesta, seppure mi trovi d'accordo con chi vuole mandare a casa una classe politica corrotta e incapace, non sono assolutamente coinvolto in questa mobilitazione.
Mi sono però sentito in dovere di capirci almeno qualcosa di più, e oggi pomeriggio mi sono ritrovato in Piazza Castello a vedere con i miei occhi di che si trattava.
Mentre mi avvicinavo, la primissima cosa che ho notato è stata il nero. Il nero, sì, cioè il colore dominante dei giubbotti della gente che è scesa in piazza.
Poi ho osservato le facce della gente.
Scure in volto, disilluse, facce che evitano il contatto diretto con te, come per dire "abbassa lo sguardo".
Molto dissonante, rispetto agli allegri colori e i visi limpidi di studenti dell'Onda, nella sua fase più felice di catalizzatore di proteste sì, ma anche speranze per un futuro migliore che non mancano mai a chi è giovane e pieno di idee e progetti per l'avvenire.
Ho provato poi a cercare - un po' intimidito, lo ammetto - di parlare con chi si trovava lì, ma nel migliore dei casi ho avuto una secca risposta "ma tu chi sei e cosa vuoi", e nel peggiore dei casi, il mio amico che si trovava al mio fianco si è visto intimare da un tipo alto e palestrato con capelli ingellati e occhiali neri di cancellare gli ultimi scatti perché la sua faccia non deve apparire nelle sue foto.
Un'altra cosa che mi colpiva era la quantità di sanpietrini, pezzi di mattoni, lastroni fatti a pezzi di un cantiere proprio di fianco alla sede della Regione, che sbadatamente deve essere stato lasciato incustodito dalle forze dell'ordine.
Che strano, venire poi a sapere che i poliziotti, in segno di solidarietà con i manifestanti, si siano sfilati i caschi laddove non circolano certo individui pacifici. Che strano, perché "ai miei tempi" non lo avevano fatto neanche in questo momento di pacifica ilarità.

Contestazioni contro il G8 universitario, maggio 2009. Foto Lorenzo Fracastoro

Poi ho incontrato una faccia conosciuta: si tratta di un tizio che militava nei "fascisti del terzo millennio" quando io ero negli Studenti Indipendenti. Eppure avevo dato un'occhiata rapida a chi aderisce su facebook e mi pareva che i più entusiasti fossero i militanti di estrema sinistra dei centri sociali.
E' proprio vero che i poli opposti si attraggono, e noto come a occupare la piazza ci sia una grande accozzaglia di persone di diversa provenienza sociale: ultras juventini (interessante che abbiano qualcosa da chiedere al di là di rivendicazioni sul calcio), neofascisti (mi riferiscono di saluti romani e inni fascisti), persone normali giustamente incazzate, e un improbabile sostenitore della Monarchia.

E i commercianti? Ci ho fatto caso stamattina, nel mio quartiere erano la grande maggioranza gli esercizi commerciali chiusi, ma solo su 2 hanno affisso un cartello di rivendicazioni dello sciopero.
Gli altri pare che abbiano tutti paura, come mi ha spiegato l'unico barista aperto, che stava però anche lui chiudendo per timore di ritorsioni.
Anche se mi trovo d'accordo con le ragioni di questa protesta e mi auguro anch'io che venga mandata a casa una classe politica e dirigente corrotta e incapace, trovo inquitante non solo l'uso della violenza, ma soprattutto i mezzi intimidatori che sono stati usati per assicurarsi che i negozianti chiudano i propri negozi.
Se poi associamo questa modalità in stile mafioso al volantino trovato a Palermo che recita "viva la Mafia, viva i forconi", viene da augurarsi che il movimento dei Forconi non abbia goduto, almeno nella sua fase iniziale dell'appoggio di certi ambienti siciliani...

...meenghia. Siamo futtuti.

2 commenti:

  1. Io mi ricordo bene quando c'era l'Onda, quando si sono occupate le Università, la regola fondamentale era una: si manifesta, si occupa, ma la mattina tutte le aule sgombre (tranne un paio che servivano per logistica) pronte per essere usate dai prof per le lezioni!!
    Si manifestava per noi stessi studenti (e anche per quelli che non si son mai visti ad alcun corteo) e per nessuna ragione al mondo si impediva a qualcuno di andare a seguire le lezioni!
    Assurdo vedere ora persone che vanno a minacciare ed a costringere i negozianti a chiudere!!
    Anzi, direi abbastanza disgustoso per un paese che si dichiara civile e democratico!
    Ciao Frac

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  2. La differenza e' che noi combattevamo la privatizzazione dell'Universita', per la conoscenza e per il libero sapere.
    Loro hanno tanta rabbia dentro, ma non sanno veramente quello che vogliono, e soprattutto non sanno come ottenerlo. Hanno forse il merito di mettere a nudo la poverta' non solo economica, ma anche spirituale, morale, e culturale di questo Paese.

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