sabato 18 gennaio 2014

Giro di boa

Un mese prima di compiere 30 anni, in una notte stellata, mi sono trovato, per caso, a camminare su una scogliera illuminata dalla luce della luna. Ero a Big Island, alle Hawaii, su un tratto di costa poco frequentato. Si vedevano ancora i resti di un molo, utilizzato più di un secolo fa per sbarcare migranti portoricani, che l’azione incessante delle onde ha cancellato, lasciando solo i segni delle fondamenta.
Con me non c’era nessuno. Si sentiva solo il rumore pigro dell’oceano Pacifico con le sue onde lente e cadenzate, che, nate migliaia di chilometri più lontano, si spegnevano infrangendosi sugli scogli e quel che rimaneva del vecchio molo, fino ad arrivare a lambire i miei piedi.

Proprio qui, così lontano, a 12 fusi orari da casa, sotto questo grande cielo e queste stelle, nuove per me, mi sono fermato a guardare lo scorrere degli eventi della mia vita.
È una visione sfuocata, che mi fa domandare: cosa sono io, un giovane? Un adulto? Più che altro sono a metà tra questi 2 mondi, sono a un giro di boa.
In effetti, quando pensiamo alla nostra vita per intero, checché noi siamo all’inizio, o alla fine, essa non è che la somma di 2 vite diverse: quella passata e quella futura. E il nostro presente è un istante strizzato tra questi 2 colossi, delegittimato e avvilito dai ricordi e dai progetti per il futuro.
Il che ci impedisce di viverlo realmente.

In questo luogo improbabile, dove forse mai tornerò nel resto della mia vita, ho cominciato a “rimembrar delle passate cose”, per dirla come quel mio amico dei tempi del Liceo, e mi pare di aver passato “cotesta età fiorita” così, a guardare scorrere il tempo senza afferrare niente.
Mentre il mondo, là fuori, è cambiato, e di molto.

Poi, ho voluto fare una foto.  Mi sono tolto la maglia, l’ho appallottolata e ci ho messo sopra la reflex. Ho messo un tempo di posa lungo, e mi sono fatto questo autoscatto, per ricordare le onde, i resti del molo, gli scogli e l’immenso Oceano che ha accompagnato questi miei pensieri.




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