venerdì 25 gennaio 2013

Che aria tira a Yellowstone

Immancabilmente, prima o poi ogni inverno mi ammalo.
Raffreddori, influenze, sinusiti, ma ho fatto anche una polmonite, una broncopolmonite, una tracheite...
Sara' colpa del freddo?
E com'e' allora che in questo posto da pinguini sono sano come un pesce?
Qui dove ho sciato con 0°F (-18°C), dove a un certo punto mi e' venuta la nausea, le mani hanno smesso di funzionare, il naso ha cambiato colore e se qualcuno non mi avesse detto in tempo che avevo un principio di congelamento ora avrei qualcosa di peggio di una semplice crosta di pelle morta?
Insomma, io ce la metto tutta per ammalarmi, ma davvero, non succede niente.

E neanche i miei colleghi. Nessuno starnuto, colpo di tosse, scatarramento, nessun naso rosso.


Le mie ipotesi sono 2, e rigorosamente prive di evidenza scientifica:
- e' tutto merito delle case farmaceutiche americane e del loro flu shot, che ha estinto le malattie
- e' tutto merito dell'aria frizzante che si respira.



Mi piacerebbe, a sostegno di quest'ultima ipotesi, snocciolarvi dati sulla qualita' dell'aria di Mammoth, dove abito. Ma non trovandoli, posso sempre citare i dati di Old Faithful, localita' poco distante da qui dove c'e' l'omonimo geyser. Dove, nonostante transitino motoslitte e cingolati, molto piu' inquinanti delle auto che transitano qui, nell'inverno 2011 si sono registrate concentrazioni di PM2.5 inferiori a 5 mg/m³, contro i 65 mg/m³ di gennaio 2011 a Torino Lingotto.

Interessante anche vedere come in 8 anni questi valori sono scesi di ben 4 volte, di pari passo all'introduzione di Best Available Technologies (BAT) e alla diminuzione del parco veicoli, che da 35mila son diventati meno di 10mila.
E se lo facessimo anche a Torino?